Tema

“Io ho sentito alla radio che un uomo ha ucciso 2 senegalise. Poi l’ho visto alla tv. Questa cosa non è molto bella perchè alcuni italiani non vogliono che noi di colori stiamo qui. Io mi sono sentito molto male perchè questa persona che a ucciso è molto fascista. Questa cosa non è giusta, perchè gli italiani ci trattano molto male, ma sono securo se sono loro che vengono nei nostri paese li trattiamo molto bene. Anche io quando sono arrivato qua in Italia alcuni non mi trattano bene. In giorno nella mia classe una bambina non voleva sedersi nella mia sedia perchè sono nero. Loro ci prendono in giro, ma vogliono stare al sole per diventare come noi. Se fossi più grande darai la mia vita per salvare gli senegalesi, lo avrei fermato con le mie mani. Però devo stare molto attento perchè ho capito che esiste molti fascisti”

 

Diery – I° media, 11 anni  arrivato in Italia da Capo Verde

 

Questo tema è stato scritto da Diery sabato 17 dicembre 2011, qualche giorno dopo la strage dei Senegalesi uccisi a Firenze da Casseri, militante di Casapound Pistoia. Diery avrebbe voluto partecipare alla manifestazione antifascista che si è svolta quel pomeriggio a Firenze, ma non potendo mi ha consegnato il suo tema perchè lo portassi con me al corteo del pomeriggio. Io l’ho messo nella mia borsa e adesso pubblicarlo su questo blog è il modo per ringraziare questo ragazzino sveglio e intelligente della fiducia che aveva riposto in me.
Ilaria

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Scuola: buoni esempi

Ecco come alcuni studenti di Foggia hanno ricordato la figura di Giuseppe Di Vittorio, sindacalista rivoluzionario dei contadini pugliesi, comunista ma anche anarchico intransigente. Di Vittorio, bracciante semianalfabeta quale era, ebbe l’intelligenza di capire fin da subito che si possono conquistare “il pane e la libertà” solo accompagnando le lotte sindacali per i diritti dei contadini all’istruzione e così organizza  una scuola serale per i braccianti di Cerignola, quasi tutti analfabeti che non avevano mai avuto l’opportunità di tenere un libro tra le mani.

Un sito a lui dedicato: Di Vittorio – dalla Costituzione al diritto al voto.

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Un’utopica scuola – Don Milani

Il testo che trovate di seguito è la storia di Don Milani, dal sito di La storia siamo noi, tratto dalla puntata “Don Milani – Un ribelle ubbidiente”.

Don Lorenzo Milani: le origini e la conversione

Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti, questo il suo nome completo, nasce a Firenze il 27 maggio del 1923, secondo dei tre figli di Albano Milani e Alice Weiss (il cui cugino, Edoardo, è stato il fondatore della scuola psicoanalitica italiana a Trieste). Sposati civilmente i coniugi Milani, per difendersi dalle leggi razziali e dalla persecuzione contro gli ebrei, si sposano anche in chiesa (Alice Weiss era di origine ebraica) e di seguito battezzano i figli.

Rampollo di una ricca famiglia fiorentina di scienziati e cattedratici, laica e raffinata, nipote di un grande filologo, il giovane Lorenzo conosce bene il valore della cultura ed ha una passione: la pittura.
E’ mentre sta affrescando una cappella sconsacrata che Lorenzo scopre la sua vocazione.
Il maestro mi ha parlato della necessità di vedere l’essenziale, di vedere le cose come un’unità dove ogni cosa dipende dall’altra. A me non bastava cercare questi rapporti tra i colori: ho voluto cercarli tra la mia vita e le persone del mondo e ho preso un’altra strada.

Nella lettura del Vangelo scopre la rivelazione di una fede pura, essenziale.
“Ho letto la Messa. Ma sai che è più interessante dei Sei personaggi in cerca d’autore?”, scrive all’amico Oreste Del Buono. Si converte così al cattolicesimo.
Nel 1943 entra nel seminario e il 13 luglio del 1947 viene ordinato sacerdote.

A S. Donato Calenzano la sua prima scuola popolare.
Uscito dal seminario, dopo un breve incarico a Montespertoli, viene nominato cappellano nella parrocchia di S. Donato Calenzano, alle porte di Firenze. Si trova ad operare in una realtà rurale arretratissima; i suoi parrocchiani sono braccianti, pastori e operai, perlopiù analfabeti.
“Da bestie si può diventare uomini e da uomini santi, ma da bestie a santi in un passo solo non si può diventare”. Don Milani si convince che sia dovere della Chiesa occuparsi dell’istruzione dei suoi fedeli, soprattutto dei più deboli.
Maestro, dunque, prima ancora che prete: è l’intuizione di Don Milani, partire dalla scuola.
In Italia gli analfabeti sono 5 milioni, il 13% della popolazione italiana. Don Milani decide di partire dalla lettura dei giornali in classe, analizzando i temi dell’attualità e soffermandosi a lungo sui termini difficili.
“Con la scuola non li potrò far cristiani ma li potrò far uomini”: egli e’ convinto che solo la cultura possa aiutare i contadini a superare la loro rassegnazione e che l’uso della parola equivalga a ricchezza e libertà. Deve essere un luogo che accetti tutti; alle parole decide di togliere il crocifisso affinché ciascuno, credente o ateo, si possa sentire a casa sua.
Quella di Don Milani si rivela subito qualcosa di più di una scuola; a S. Donato Calenzano il sacerdote costruisce una comunità, dove ogni regola gerarchica viene sconvolta.

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La maestra di fila indiana – Ascanio Celestini

Video: La maestra di fila indiana

 

Estratto dal testo:

C’era una volta un piccolo paese. Nel piccolo paese c’era un piccolo governo e c’era anche una piccola scuola.

Il piccolo governo del piccolo paese pensò che però gli insegnanti erano troppi, e disse:  “Eliminiamo gli insegnanti che insegnano materie che non sono indispensabili, perché troppe materie confondono i bambini, perché i bambini poi sono scemi!”.

[…]

Rimase solamente l’insegnante che insegnava l’insegnamento davvero indispensabile per il piccolo paese, ovverosia: FILA INDIANA!

E così il primo giorno di scuola la maestra di fila indiana disse: “Bambini!Disponetevi in fila indiana!”, e i bambini naturalmente si misero in cerchio, perché i bambini sono scemi. Allora l’insegnante disse: “Bambini, ma lo sapete che il cerchio è vietato! Vietato come la bestemmia e la masturbazione! Infatti chi bestemmia diventa ateo, chi si masturba diventa cieco ma chi si mette in cerchio diventa uguale e sapete che l’uguaglianza è vietata e poi è un pregiudizio perché non siamo tutti uguali!” quindi la maestra disse: “Bambini mettevi in fila indiana in ordine di altezza!”

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Anas ieri ha fatto tardi

Anas non è mai arrivato tardi a lezione. Non è mai mancato, nemmeno una sola volta. Non è mai accaduto che non avesse fatto i compiti, non è mai accaduto che li avesse fatti male. È uno studente brillante, disciplinato, intelligente, come lo sono in pochi. Uno studente a cui qualunque insegnante immancabilmente si affezionerebbe.

Anas per venire a una lezione di italiano deve percorrere diversi chilometri, almeno 40 minuti di strada. Anas è palestinese, e per questo la sua strada si allunga, indelebilmente, per attorcigliarsi nel percorso illogico segnato da un muro ancora più assurdo.

Anas è chiuso all’interno di quello spazio che il regime di occupazione israeliano ha segnato per i non ebrei, che rimangono dall’altra parte del muro, in silenzio si spera, mentre i coloni scorazzano fuori e dentro la West Bank, indisturbati. E se non fosse il muro, e se non fossero la lunghezza della strada, le intemperie, i check point a impedire lo studio di un ragazzo, allora interverrà la violenza: quella più veloce, vera, più diretta.

Anas oggi era in ritardo, ero stupita. È’ infine arrivato in classe, almeno 15 minuti dopo l’inizio della lezione. L’ho visto accasciarsi sulla sedia e tremare. Tremare tremendamente e scuotersi, dalla tasca destra cercare con la mano, un fazzoletto, singhiozzare. Sono accorsa: «Mi hanno picchiato, mi picchiavano in quattro». «Perché? Perché?» Nella mia ingenuità mi illudevo potesse esserci un motivo. Così, con la mano tenendosi lo stomaco, respirando a fatica, il volto sconvolto, arrossato per le percosse, ha raccontato.

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Aperta la Scuola Popolare!

Ad inizio Febbraio è stata aperta la scuola popolare presso il Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos a Campi Bisenzio.

E’ uno spazio didattico gratuito rivolto a ragazzi, adulti e studenti delle scuole primarie e secondarie, sia italiani che stranieri.

Tutti i LUNEDI‘ e MERCOLEDI‘ dalle ore 17:30 – 19:30.

 

Ci trovi in Via Chiella 4, Campi Bisenzio FI

Per info: info@k100fuegos.org  – scuolapopolare@autistici.org

Monica 349/2573050

 

 

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